Postato il: 11-01-2006 @ 01:33 pm -- letto 2732 volte
QUANDO DIO CREO' IL SOCCORRITORE
Quando Dio stava creando il soccorritore, ed era al suo sesto giorno di lavoro straordinario, ecco che un angelo apparve e disse: "ci stai mettendo un bel po' intorno a questa creatura?!!" E il Signore rispose: "Hai letto i requisiti per il soggetto? Un soccorritore deve essere in grado di recuperare una persona ferita nell'oscurità, in un dirupo ricoperto di erba umida, schivare proiettili vaganti per raggiungere un inerme bimbo morente, entrare in case in cui un ispettore di igiene nemmeno si avvicinerebbe e tornare senza neanche un filo fuori posto sull'uniforme. Deve essere in grado di sollevare tre volte il proprio peso, strisciare dentro auto accartocciate dove è presente a malapena lo spazio per respirare, consolare una madre disperata mentre pratica manovre rianimatorie al figlio, già sapendo che il bambino non respirerà più. Deve essere al proprio massimo della propria condizione mentale in ogni momento, andando avanti a caffè nero, pasti consumati a metà e niente sonno. Deve avere sei paia di mani." L'angelo scosse la testa e disse: "sei paia di mani???." non c'è modo di farcele stare!!" "Non sono le mani a darmi problemi - riprese il Signore - ma le tre paia di occhi" "Tre paia di occhi sul modello standard?" Chiese l'angelo. Il Signore annuì: "un paio per controllare la presenza di ferite mentre si prende cura di un paziente prima di chiedere se è HIV positivo. Un altro paio qui, sui lati della testa, per controllare la sicurezza del suo collega. Il terzo paio sul davanti per poter guardare una vittima sanguinante dicendo - .Tutto a posto, non si preoccupi. - pur pensando il contrario". "Signore - disse l'angelo con tono di voce che denotava ancor più rispetto - ora devi riposare; continuerai il lavoro domani". "Non posso - replicò il Signore - Ho già un modello in grado di convincere un ubriaco di 120 Kg. ad uscire dall'auto senza provocare incidenti e di dare da mangiare ad una famiglia con poco più di mille euro al mese". L'angelo girò lentamente intorno al modello del soccorritore, poi chiese: "posso pensarci io?" "Certo - disse il Signore - lo si deve rendere capace di indicare i sintomi di più di cento malattie e ripetere la posologia dei farmaci anche nel sonno; deve saper intubare, defibrillare, medicare ferite, continuare la rianimazione cardiopolmonare anche in condizioni ambientali che farebbero tremare qualsiasi medico senza per questo perdere il buon umore. Questo modello deve avere anche il controllo formidabile di sé stesso. Dovrà operare con traumatizzati gravi, convincere anziani spaventati ad aprirgli la porta, confortare le famiglie di vittime di omicidi ed infine leggere sul giornale, solo, che i soccorritori non sono riusciti a raggiungere una casa in tempo per evitare la morte di una persona... una casa su una via senza cartello che ne indicasse il nome, senza un numero civico, e senza che il chiamante lasciasse un numero di telefono da ricontattare". Al termine l'angelo si piegò sul soccorritore e passò un dito sulla guancia. "C'è una perdita - esclamò - l'avevo detto che stavi mettendo troppe cose dentro a questo modello". "Non è una perdita" disse il Signore. "Ah ho capito - ribatté l'angelo - E' per le emozioni sepolte, per i pazienti che hanno tentato invano di salvare, per l'impegno di credere di riuscire a fare la differenza nelle probabilità di sopravvivenza di una persona. è per la vita". "Sei un genio" sussurrò l'angelo. Il Signore lo guardò serio e disse: "Non ce l'ho messa io."