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24 MARZO: GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
Postato il: 29-03-2007 @ 07:20 pm -- letto 3443 volte

Da trentanove anni, il giorno della Domenica delle Palme, si celebra, presso le diocesi di tutto il mondo cattolico, la «Giornata Mondiale della Gioventù», il cui culmine si svolge a Roma in Piazza S. Pietro alla presenza del papa. Con la Domenica delle Palme o, più propriamente, Domenica della Passione del Signore, inizia la celebrazione della Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù. La Domenica delle Palme giunge quasi a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità dei cristiani agli eventi della Settimana Santa. I Vangeli narrano che, giunto con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme (era la sera del sabato), Gesù mandò due di loro nel villaggio a prelevare un'asina legata con un puledro per condurli da lui. Se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati restituiti subito. Dice il Vangelo di Matteo che questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria "Dite alla figlia di Sion: Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma". I discepoli fecero quanto richiesto e, condotti i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme. Qui la folla numerosissima, radunata dalle voci dell'arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù esclamando "Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell'alto dei cieli!". A questa festa, che metteva in grande agitazione la città, partecipavano, come in tutte le manifestazioni di gioia di questo mondo, i tanti fanciulli che correvano avanti al piccolo corteo agitando i rami, rispondendo a quanti domandavano "Chi è costui?", "Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea". La maggiore considerazione che si ricava dal testo evangelico, è che Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso in Palestina, acclamato come solo ai re si faceva, a cavalcioni di un'asina. Bisogna dire che, nel Medio Oriente antico, e, di conseguenza nella Bibbia, la cavalcatura dei re, prettamente guerrieri, era il cavallo, animale nobile e considerato un'arma potente per la guerra, tanto è vero che non c'erano corse di cavalli e non venivano utilizzati nemmeno per i lavori dei campi. Logicamente anche il Messia, come se lo aspettavano gli ebrei, cioè un liberatore, avrebbe dovuto cavalcare un cavallo, ma Gesù come profetizzato da Zaccaria, sceglie un'asina, animale umile e servizievole, sempre a fianco della gente pacifica e lavoratrice. L'asino, del resto, è presente nella vita di Gesù sin dalla nascita: nella stalla di Betlemme e nella fuga in Egitto della famigliola in pericolo. Quindi Gesù risponde a quanti volevano considerarlo un re sul modello di Davide, che egli è un re privo di ogni forma esteriore di potere, armato solo dei segni della pace e del perdono, a partire dalla cavalcatura che non è un cavallo, simbolo della forza e del potere sin dai tempi dei faraoni. La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa: i fedeli vi si radunano e il sacerdote leggendo orazioni ed antifone, procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di Giovanni. Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l'arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l'esecuzione, morte e sepoltura. Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell'acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua. In molte zone d'Italia, con le parti tenere delle grandi foglie di palma, vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
La benedizione delle palme è documentata sin dal VII secolo ed ebbe uno sviluppo di cerimonie e di canti adeguato all'importanza sempre maggiore data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu accolta dalla liturgia della Siria e dell'Egitto. In Occidente, giacché questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali (il battesimo era amministrato a Pasqua) e all'inizio solenne della Settimana Santa, benedizione e processione delle palme trovarono difficoltà ad introdursi; entrarono in uso prima in Gallia (sec. VII-VIII) dove Teodulfo d'Orléans compose l'inno "Gloria, laus et honor"; poi in Roma dalla fine dell'XI secolo. L'uso di portare nelle proprie case l'ulivo o la palma benedetta ha origine soltanto devozionale, come augurio di pace.©Bettyboop (...Antonio B., come al solito, sei stato prezioso!!)









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