Postato il: 22-06-2007 @ 08:45 pm -- letto 2859 volte
Adesso non mi resta che aspettare. Sembra la cosa più semplice di tutte: mica vero. Per me, che sono abituata ad agire, a cercare in ogni modo di raggiungere l'obiettivo, è una tortura. Ripeto a me stessa che non devo preoccuparmi: tanto, non posso far nulla. Non dipende da me. Teoricamente, potrei dedicarmi a tempo pieno alle faccende domestiche, oppure a qualche lavoro in sospeso da tempo. Non è così. Mi ritrovo a guardar lontano, con una sensazione di stretta al petto.Come se trattenessi il respiro. Aspetto. Aspetto, aspetto.
Poi, cerco di non pensare: ma sottilmente, subdolamente le notizie si insinuano nella mia nebbia artefatta:"Ho sentito che..., sai che forse?..." e le persone si aspettano che ringrazi.
Per cosa? per avermi riportato alla mia angoscia stringente, quotidiana?
Dovrei star tranquilla: non chiedo, non voglio che quello che mi spetta, di diritto, da anni.
Ma so che non è tanto semplice, che c'è chi sa strade che io non so, chi ha maniglie che io non posseggo.
Intanto, aspetto.
Commento: Non so cosa tu stia aspettando e cosa ti crea tanta angoscia.Ma spero che le risposte o le notizie che avrai siano migliori delle aspettative,Aspettare e' la cosa peggiore.Meglio sapere subito, qualunque cosa ma subito.
Anna