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Un giorno senza rischio è non vissuto...

Data Evento:martedì, 04 dicembre 2012Annuncio
Data Finale:martedì, 04 dicembre 2012
Categoria:Nazionale   Nazionale
Descrizione:

Il 4 dicembre si festeggia Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, degli artificieri, degli artiglieri, dei marinai, dei minatori, dei muratori e di tutti quelli che esercitano professioni legate ai cantieri, come geologi, geometri, ingegneri ed architetti. Come mai Santa Barbara è diventata la patrona di chi maneggia la polvere da sparo oppure di chi deve utilizzare o fronteggiare il fuoco? Come quasi sempre accade, tutto è nato da una leggenda legata alla sua vita: si narra, infatti, che Barbara, una fanciulla pagana nata a Nicomedia, l'attuale Izmit, porto della Turchia, si trasferì a Scandriglia, in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro. Questi fece costruire una torre per difendere e proteggere Barbara durante le sue assenze. Il progetto originario prevedeva due finestre che diventarono tre (in riferimento alla Trinità) secondo il desiderio della ragazza. Fu costruita anche una vasca a forma di Croce, i simboli del cristianesimo a cui la ragazza si era convertita. La manifestazione di fede di Barbara provocò l'ira di Dioscoro, al punto che fu costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dèi nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Durante il processo, Barbara difese il "proprio credo" ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana. Questo le costò dolorose torture e il 4 dicembre, la decapitazione per mano di suo padre che, però, subito dopo, fu colpito, con il cielo sereno, da un fulmine che lo incenerì. Ecco perché viene, di solito, raffigurata, in dipinti e sculture, con una torre accanto. Il "fulmine vendicatore" ispirò, inizialmente, il patronato della Santa contro i fulmini, ma, dopo la scoperta della polvere da sparo, che riuniva in sé la potenza del lampo e quella del fulmine, Barbara diventò la patrona anche dei lanzichenecchi, che portavano gli archibugi, e dei minatori. Santa Barbara, ha anche dato il nome al deposito di munizioni sulle navi, che si chiama, infatti, la "santabarbara". Grande onore Le viene reso, in particolare da tutti i Vigili del Fuoco, che Le dedicano questa preghiera, la prima, ed ancora attualmente recitata, scritta nel 1940 da S.E. Alberto Giombini e da Auro D'Alba (pseudonimo di Umberto Bottone):

Preghiera dei Vigili del Fuoco a Santa Barbara

Iddio che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti la fiamma del sacrificio.

Fa più ardente della fiamma il sangue che ci scorre nelle vene,
vermiglio come un canto di Vittoria.

Quando la sirena urla per le vie della città
ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia.

Quando a gara con le aquile verso te saliamo,
ci sorregga la Tua Mano piagata.

Quando l'incendio irresistibile avvampa,
bruci il male che s'annida nelle case degli uomini,
non la ricchezza che accresce la potenza della Patria.

Signore siamo i portatori della Tua Croce
e il rischio è il nostro pane quotidiano.

Un giorno senza rischio è non vissuto,
poiché per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque
nell'inferno dei roghi.

La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio.

Per Santa Barbara martire.

Amen


I festeggiamenti ci saranno in tutta Italia ed i minatori di Ossimo, nella provincia di Brescia, lo faranno con processioni, canti, danze, bevute e fuochi d'artificio, mentre a Rieti, città del Lazio, in cui, secondo una tradizione locale, il corpo di Santa Barbara è custodito sotto l'altare maggiore della Cattedrale, ci saranno, per tutto il giorno, celebrazioni religiose e civili, con concerti, cerimonie e premiazioni. La "Fiera di Santa Barbara", poi, riempirà di bancarelle le vie della città ed i visitatori potranno anche degustare i piatti tipici della cucina sabina: bucatini "all'amatriciana", "strengozzi alla reatina" e le tipiche "fregnacce", che non sono le "cose futili", come farebbe pensare il dialetto laziale, ma un tipo di pastasciutta locale, fatta in casa, tagliata a rombi e condita con spezie, olive nere, funghi, carciofini, aglio e pomodoro.


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