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Ogni sera, un racconto diverso

Data Evento:mercoledì, 26 dicembre 2012Musica
Data Finale:mercoledì, 16 gennaio 2013
Categoria:Nazionale   Nazionale
Descrizione:

Dal 26 dicembre 2012 al 16 gennaio 2013, per 14 uniche date, nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma e al Teatro degli Arcimboldi di Milano, Claudio Baglioni, con lo spettacolo "Dieci Dita", regala ai suoi fan una versione inedita delle sue canzoni. In una formula scenografica e teatrale completamente nuova e rivoluzionaria, il cantautore romano si cimenta sul palco in oltre tre ore di grande spettacolo, accompagnato solo da una chitarra e da un pianoforte, «gli strumenti da suonare con tutte e dieci le dita», che scorrono, con eleganza e maestria, sui tasti di un pianoforte e sulle corde della chitarra per regalare emozioni. Una voce, una storia che lega le canzoni, e pochi strumenti, quindi, per raccontare in versione del tutto nuova una carriera, di oltre 40 anni, che ha scandito la storia di tanti italiani e rappresenta la colonna sonora della vita di numerosissime persone. Baglioni sarà sul palco, in mezzo al pubblico, senza una scaletta vera e propria, ma con le melodie e le parole di canzoni datate, quasi delle piccole chicche per veri intenditori. Sul titolo dello spettacolo, che costituisce un po' il filo conduttore, Baglioni afferma che si può fare affidamento solo sulle dieci dita, perché queste conosciamo e queste abbiamo imparato ad usare, e, partendo da queste, si può raccontare ogni cosa, offrendo uno spettacolo diverso ogni sera, senza copioni scritti, scalette da seguire o rituali da osservare, solo l'onda dei ricordi ed il cassetto della memoria aperto per evocare sensazioni e toccare le corde più profonde dell’animo degli spettatori. La musica serve proprio a ritagliarsi una serata per stare insieme, raccontarsi, ricordare, emozionarsi e pensare: ecco perché le canzoni cambiano, seguendo il filo dei pensieri e delle emozioni, proprio come avverrebbe in una serata tra amici ed il teatro si trasforma nel salotto di casa. Nuova edizione, dunque, ma stesso spirito del Tour precedente e la novità di incontrare per la prima volta Milano. Verranno inserite anche alcune delle hit natalizie di "Un Piccolo Natale In Più", album nel quale Claudio Baglioni interpreta 26 versioni, originali ed inedite, di altrettanti grandi classici del Natale. Vale la pena spendere qualche parola anche per questo album, nato dall'esigenza di ritrovare le emozioni dell'infanzia e dalla constatazione che, in Italia, ci sono pochi album tematici sul Natale. Da qui, una sfida personale a realizzare un racconto fantastico a tre voci – narrazione, musica, immagini – sulla storia, lo spirito e la magia del Natale. Un "disco in costume", ambientato negli anni '50: pensato, suonato e registrato come allora con suoni, orchestrazioni e testi originali. Un album in cerca di un mondo forse perduto, ma mai dimenticato, di un certo "senso di casa" e di un Paese ingenuo, onesto e speranzoso, quale era, appunto, l'Italia degli anni '50. Non il solito disco di Natale, ma un progetto personale, che, attraverso il repertorio più interpretato di sempre, ci riporta alle radici dell'emozione, in una stagione nella quale eravamo tutti più liberi e più vicini al cuore delle cose. In qualche caso, Baglioni ha adattato i testi inglesi in italiano, ricordando che, da bambino, mentre ascoltava certi brani, si chiedeva cosa significassero le parole e prometteva a sé stesso: "un giorno imparerò cosa vogliono dire!" I pezzi eseguiti al pianoforte rappresentano, invece, un omaggio al regalo preferito di sempre: "Un pianino a dieci tasti bianchi, con i tasti neri dipinti su cui provavo a rifare le melodie della radio". Tre linguaggi, per altrettante forme espressive: Scrittura: un racconto breve, autografo ed autobiografico, con la voce di un bambino della periferia romana, che si affaccia al Natale con l'immediatezza, la semplicità, lo stupore e la profondità che solo i bambini sanno avere; Musica: 26 brani senza tempo, con gli arrangiamenti e le orchestrazioni di Geoff Westley, nei quali nomi come Bach, Schubert, Mendelsshon o Gounod, si ritrovano – senza distanza, né imbarazzi - accanto a firme come Irving Berlin, Felix Bernard, Ralph Blane o Mel Tormé, ma anche a straordinari melodisti senza nome, autori di indimenticabili brani tradizionali; Immagine: un booklet di 28 immagini, nelle quali l'intensità della fotografia in bianco e nero di Alessandro Dobici incontra la magia dei colori e del segno grafico di Carmine Di Giandomenico, in una fusione nella quale gli scorci della Roma di Baglioni, che sono stati scenografia di tante canzoni, diventano i paesaggi innevati, fantastici e sognanti, nei quali va in scena il mistero della storia più bella che sia mai stata raccontata. In questo viaggio affascinante, Claudio è accompagnato da una guida d'eccezione: una vecchia radio a valvole, la stessa che inondava casa e pensieri di sognanti arie natalizie. È lei, più dell'albero e del presepe, il simbolo del Natale e l'unico regalo che non ha mai smesso di portare doni. 6 i pezzi dello straordinario songbook Americano degli anni '30 e '40: Un piccolo Natale in più (Have yourself a merry little Christmas), Il paese bianco di magia (Winter Wonderland), Viene giù (Let it snow, let it snow, let it snow), The Christmas song, Santa Claus is coming to town e White Christmas. 3 i brani dello straordinario repertorio corale: Coventry Carol, Tre Re (The Three Kings) e Veni Veni Emmanuel. Dal repertorio inglese provengono anche In quel mezzo inverno (In the bleak mid-winter) e Che Bimbo è Lui? (What Child is this?), che si diceva scritto, addirittura, da Enrico VIII. 5 i "Christmas Carols" tradizionali cantati in lingua originale: Navidad Nuestra (spagnolo), Rocking Carol (cecoslovacco), Stille Nacht (tedesco), Gabriel's Message (basco) e Cantique de Noël (francese). Gli ultimi due, eseguiti in versione pianoforte e voce, come anche Away in a manger, Hark the Herald Angels Sings (scritto da Mendelssohn), Adeste fideles, O little town of Bethlehem, O Tannenbaum e We wish you a merry Christmas. 2 le Ave Maria: quella scritta da Gounod sul Preludio N° 1 in Do maggiore di Bach e quella di Schubert. Completano questo fantastico racconto a tre voci, 2 tra i brani più conosciuti e cantati di sempre: Jingle Bells e Tu scendi dalle stelle, l'unico brano interamente italiano, scritto nella metà del '700 da Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Già nel '70, Baglioni aveva scritto e cantato "Notte di Natale", forse un piccolo seme che è arrivato a maturazione, dopo tanti anni, con un album in cui, nella consapevolezza di un momento sociale difficile, non si perde il significato più profondo del Natale e l'allegro tintinnio dei campanelli.

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