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Sant'Aitùzza a Catania

Data Evento:domenica, 03 febbraio 2013Tempo libero
Data Finale:martedì, 12 febbraio 2013
Categoria:Cittadino   Cittadino
Descrizione:

Dal 3 al 5 febbraio 2013, a Catania, si celebrerà la "Festa di Sant'Agata". È una delle feste patronali che, per spettacolarità, intensità e devozione, richiama ogni anno, numerosi fedeli e curiosi. Per tre giorni la città si ferma e prende una pausa da tutto ciò che vive quotidianamente, per dedicarsi interamente alla sua Patrona. Il primo giorno è dedicato all'offerta delle candele che, nel rispetto della tradizione, dovrebbero corrispondere in altezza e peso alla persona che le porta in dono. Undici "candelore", magnifiche candele votive che rappresentano corporazioni e mestieri, vengono portate in processione insieme alle Carrozze del Settecento che appartenevano al Senato governante. Le più importanti autorità civili e religiose partecipano al giro della Fornace della Cattedrale della città ed alla raccolta della cera. Nel suo ruolo di guardiana dell'Etna, il 4 febbraio la Santa incontra il popolo. Fin dalle prime luci del mattino, anche se il tempo non è favorevole, i "cittadini", indossano il "sacco" e, sventolando fazzoletti bianchi, si riversano per le vie del centro storico di Catania. Il "sacco" è un abito votivo, un camice bianco lungo fino alla caviglia e legato in vita da un cordino, completato da un berretto nero e da guanti bianchi: così, nel 1126, erano vestiti i catanesi mentre correvano incontro alle reliquie che ritornavano da Costantinopoli per essere restituite alla città. La Cattedrale viene aperta con tre diverse chiavi in possesso del tesoriere, del priore e del cerimoniere: solo allora appare il busto della Santa, sorridente e scintillante di pregiatissime decorazioni e pietre preziose. Il busto viene portato su un fercolo d'argento ricoperto da un drappo di velluto rosso, che simboleggia il martirio, e salutato dal Vescovo con la Messa dell'Aurora. Alla fine della celebrazione, tra il tripudio della folla e gli spari a festa, lo scrigno che contiene le reliquie è caricato sul fercolo insieme ai ceri e, finalmente, portato in processione per le vie della città. La processione dura tutto il giorno ed attraversa tutti i luoghi e le zone che rappresentano parte della storia della Santa e, solo a notte fonda, lo scrigno torna nella Cattedrale. Il fercolo è molto pesante e raggiunge i 30 quintali quando è caricato di scrigno e ceri votivi per cui gli uomini che lo sostengono sono tra i tre e i quattromila. Il 5 febbraio, sul fercolo si sostituiscono i garofani rossi, simbolo del martirio, con quelli bianchi, simbolo di purezza. Nella Cattedrale, al mattino si celebra il pontificale e, al tramonto, una nuova processione parte per il centro storico. Particolarmente suggestivo è il momento in cui il fercolo passa per San Giuliano perché la discesa è molto ripida e può rappresentare un vero e proprio pericolo se si considerano il peso e l'imponenza. È questo il motivo per cui questo momento viene visto come un ostacolo, il cui superamento, positivo o negativo, sarà considerato buono o cattivo auspicio per il nuovo anno. In questo periodo di festa così intenso ed amato dagli abitanti di Catania, non potevano mancare i dolci preparati, esclusivamente, per questa occasione: le Cassatelle di Sant'Agata, dette anche "minni di sant'Àita", che fanno riferimento al martirio della Santa, durante il quale, per convincerla ad abiurare, le furono strappati i seni. Sono piccole cassate di pan di spagna imbevuto di rosolio e farcito con ricotta dolce arricchita da gocce di cioccolato e canditi, e, all'esterno, ricoperte di glassa bianca con sopra una ciliegia candita rossa. Le Olivette di Sant'Agata, invece, ricordano l'episodio della sua vita in cui, inseguita, si fermò a riposare nei pressi del palazzo pretorio e comparve dal nulla un ulivo, sotto il quale potè ripararsi, rifocillandosi anche con i suoi frutti. Sono dolci realizzati con pasta di mandorle, ricoperti di zucchero e di colore verde, oppure, se scuri, di cioccolato. Quando è ancora buio e sta per sorgere l'alba del 6 febbraio, il fercolo arriva in via Crociferi al grido di "Viva Sant'Àita!". Scende il silenzio e si leva il canto angelico delle monache di clausura per concludere la celebrazione ufficiale (quella definitiva ci sarà il 12 febbraio) e salutare Sant'Agata che viene ricondotta nella stanza dove resterà fino alla Festa del 17 agosto 2013.


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