Postato il: 23-02-2008 @ 09:09 am -- letto 2194 volte
Goffredo Mameli, poeta a quindici anni, guerriero a ventuno,
ferito a una gamba il 3 giugno in un combattimento fu male assistito nell'ospedale dai medici che avrebbero dovuto sollecitamente amputargli la parte offesa e invece tanto tardarono che poi l'operazione non valse più a salvarlo, ed egli spirò il 6 luglio, un mese prima di compiere i ventidue anni, recitando versi in delirio.
La sua poesia è poesia d'amore e di guerra: pensando a guerre come quelle, i due più alti temi d'ogni poesia, la donna ideale e la libertà pura.
Qui si riproducono, naturalmente, il canto indimenticabile Fratelli d'Italia che fu messo in musica del maestro Novaro e che la Repubblica Italiana d'un secolo dopo ha ripreso come inno nazionale nonostante l'elmo di Scipio e la Vittoria schiava di Roma.
Molti sperano che prima di esalare l'ultimo respiro egli possa aver sentito la sua poesia diventar una canzone meravigliosa che diede forza a molti commilitoni in futuro.