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DALLA SARDEGNA...«BONA PASCA A TOTTUS»!! ♥ ♥ ♥
Postato il: 18-03-2008 @ 07:49 pm -- letto 4051 volte



Nella Sardegna tradizionale, la festa della Pasqua (sa Pasca manna) ha tradizioni molto antiche e forti influenze iberiche sono alla base di riti, processioni e momenti corali particolarmente sentiti, che richiamano fedeli e turisti in varie parti dell’isola. Un ruolo particolare svolgono le confraternite, che curano le sacre rappresentazioni, sfilano nei loro costumi ed eseguono i canti religiosi. Permangono anche elementi di origine precristiana, come l'usanza diffusa dell'esposizione de "is nenniris", vasi o piatti pieni di terra in cui si seminano grano o legumi che, lasciati al buio, germogliano in fitto fogliame di colore giallo e che vengono esposti nelle cappelle delle chiese dove, il giovedì santo, vengono allestiti i Sepolcri.
A SANTULUSSURGIU, quattro antiche confraternite curano i suggestivi riti para-liturgici. Tra questi, le sacre rappresentazioni e i canti che accompagnano i momenti più intensi del dramma (flagellazione, crocifissione, deposizione, processioni). I canti costituiscono un prezioso patrimonio spirituale e culturale. Sono eseguiti in latino e sardo dal coro a quattro voci “Su concordu ‘e su Rosariu”, della Confraternita del Santo Rosario, quest’ultima costituita nel 1605 ad opera dei Frati Minori Osservanti. Il repertorio realizza una sintesi di motivi di estrazione colta della liturgia ufficiale e motivi di derivazione popolare arcaica. Di particolare bellezza “Su Miserere” ( Salmo 50-51) e “Sa Novena” ( Stabat Mater in sardo).
Cinque confraternite organizzano le celebrazioni della Settimana Santa di CUGLIERI, che la tradizione ha conservato inalterate nel tempo. Sono particolarmente sentiti i riti del Giovedi Santo che hanno inizio con la messa in Coena Domini, a cui segue la processione de "sas chilcas", la ricerca di Gesù da parte dell'Addolorata e delle Marie, per le vie del paese e nelle chiese dove sono stati allestiti i sepolcri. Il Venerdì Santo vede un ancora maggiore partecipazione dei fedeli. Le funzioni iniziano molto presto, di mattina, con il rito de "S’Ingravamentu", seguito dalla processione de "Sa rughe" e da quella con Cristo in croce, per concludersi, a tarda sera, con il rito de "S’Isgravamentu" e la processione di rientro nella Chiesa di Convento. Caratteristiche del centro storico, colori dell’abbigliamento delle confraternite, preghiere e spiritualità dei devoti concorrono a creare, durante i riti, un’atmosfera toccante, ma l’elemento di maggiore suggestione è offerto da "Su Cuncordu", bellissimo coro a quattro voci che accompagna l'intero svolgersi del sacro dramma. Il coro, maschile, fonde la tradizione sarda del canto "a tenores" e delle confraternite della Settimana santa con la musica liturgica europea tardo-medievale. Nel cantare il Miserere e lo Stabat Mater, "Su Cuncordu" si dispone a semicerchio: su bassu al centro, su contraltu a sinistra, su tenore, che conduce la melodia, a destra. Su tenore falzu sta poco più in là e si aggiunge a intermittenza.
Ad IGLESIAS, è la confraternita del Santo Monte, dalla fine del Seicento, l’unica custode della manifestazioni tradizionali della Settimana Santa. Le processioni si svolgono nelle strade e nei vicoli della città vecchia. La processione del Martedì Santo (i misteri) vede sfilare sette statue che rappresentano i vari momenti della sofferenza di Gesù. Il Giovedì Santo ha luogo la processione dell’Addolorata, accompagnata dal suono caratteristico dei tamburi, delle matraccas* e delle raganelle**. La manifestazione più attesa ha luogo il Venerdì Santo, con una grande processione ricca di evocazioni spagnole di cui la bellissima statua seicentesca del Gesù Morto costituisce l'elemento centrale.
Sono tipici delle processioni pasquali di Iglesias gli abiti dei "baballottis".
*[Sa matracca / Sa matraccula: Strumento musicale tradizionale costituito da una tavola di legno su cui sono fissati dei chiodi e incernierati degli anelli in ferro con funzione di batacchi. L’impugnatura é laterale. La rotazione alternativa della tavola imprime ai batacchi un movimento che li porta a sbattere sui chiodi, determinando il caratteristico rumore. Nel senso tradizionale proposto dalla Chiesa, lo strumento richiamerebbe i rumori prodotti da giudei e soldataglia al momento dell’arresto di Gesù ed in altri momenti della sua Passione.]
**[Raganella o Rana: Cassa rettangolare in legno, con un lato a lingua libera che sbatte su una ruota dentata fissata su un bastoncino girevole che funge da perno e da manico. Facendo ruotare la "rana", la lingua batte sui denti, provocando il caratteristico rumore.]
Ad ALGHERO le manifestazioni della Settimana Santa (Setmana Santa de l’Alguer) sono molto suggestive per l’affascinante scenario del centro storico cittadino e per la forte impronta catalana dei riti che si ripetono immutati da secoli. Un ruolo centrale hanno i "Germans Blancs" (confraternita di N.S. della Misericordia), che dal XVII secolo organizzano le sacre rappresentazioni della Passione. Ad essi la leggenda attribuisce il prodigioso recupero, nelle acque del porto cittadino, del bellissimo Cristo ligneo di fattura spagnola che costituisce l’elemento centrale dei riti. La notte del Venerdì Santo, il Cristo Morto, dopo il rito del "desclavament" (discendimento) in Cattedrale, è seguito per le vie della città dal grande corteo notturno dei confratelli, dalla folla dei fedeli che reggono i "farols" e dai cantori che intonano preghiere in musica, con antichi canti catalani e "gosos" in lingua sarda. Il desclavament (discendimento) del venerdì santo è una cerimonia di grande impatto e con forti influenze catalane. Quattro baroni, in costume, chiedono il permesso a Maria di avvicinarsi al Cristo. Portano guanti bianchi e con bende bianche, lentamente, saliti sulle scale poggiate alla croce, levano la corona di spine e i chiodi. Il Cristo viene poggiato delicatamente nella cassa ("bressol", culla) e viene accompagnato processionalmente per le vie della città.
Tra i riti più suggestivi e noti della Sardegna si annoverano anche quelli che si svolgono nella cittadina medievale di CASTELSARDO. Sono organizzati dall’antica confraternita dell’Oratorio di Santa Croce. Particolarmente notevole il "Lunissanti" ( Lunedì Santo), probabilmente derivato da una sacra rappresentazione e consistente in tre processioni (una notturna) dove vengono portati i dieci "misteri". Di grande bellezza il canto dei tre cori ( lu miserere, lu stabat, lu Jesu ) che accompagnano le processioni. Strutturato a quattro voci, a distribuzione monodica, il canto ripropone moduli melodici e accordi della tradizione vocale sarda, con derivazione dall’innologia religiosa alto-medievale. Fortemente suggestivo anche l’"attitu", per l’accostamento ai moduli emotivi del lamento funebre.
A BORTIGALI i rituali della Settimana Santa sono curati dalle antiche confraternite di S.Croce, delle Anime e del Rosario. Particolarmente intense, anche sul piano scenografico, le cerimonie de "s’iscravamentu" e de "s’incontru". Si è, inoltre, recentemente ripresa la tradizione di accompagnare la processione del Venerdì santo con le suggestive voci dei “cuncordos” , che intonano i brani tipici del canto religioso a quattro voci della tradizione latina (Stabat Mater, Miserere, Ottava Trista). Anche i bambini hanno ripreso ad uscire per le strade suonando gli strumenti del triduo pasquale (rana, matraccula ,chigula* ). Questi, tradizionalmente, sostituivano le campane, che venivano legate il giovedì in segno di lutto e sciolte il sabato al canto del gloria.
La domenica di Pasqua, le confraternite delle Anime e del Rosario, con le statue della Maddalena e della Madonna velate di nero, giungono nel luogo dove avverrà l’incontro. Arrivano il prete, la prioressa e i fedeli. Si aspetta presso “sa funtana de s’incontru” (la fontana dell’incontro) l’arrivo della confraternita di S.Croce che porta il Cristo Risorto. Al suo arrivo, vengono tolti i veli alle statue, si benedicono e si incensano croce, statue e fedeli.
*[Chigula: Lo strumento è realizzato con un breve tronco di canna, alla cui estremità è fissato un pezzo di pelle. Al centro di questa membrana è fissato un crine di cavallo la cui estremità termina con un cappio libero di girare attorno ad un bastoncino di legno. Dopo averne “unto” la scanalatura con la saliva, si impugna il bastoncino e si fa roteare la canna. Lo sfregamento del crine di cavallo provoca una vibrazione che viene trasmessa alla membrana in pelle, producendo un suono che viene amplificato dalla “cassa acustica” costituita dalla canna. Lo strumento era generalmente usato dai maschietti che provvedevano a costruirlo.] ©Bettyboop



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Ultimo aggiornamento il 04-07-2011 @ 05:55 am



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Commento di: bambi
(Postato il 19-03-2008 @ 09:31 pm)

Commento: L'anno scorso sono stata ad Alghero per Pasqua,è stato bellissimo :-)
Bona pasca a tottusu !!!!!!!!!!
Betty grazia meda ;-)

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