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Dieci anni
di: Roddy
Postato il: 08-04-2008 @ 12:13 am -- letto 2422 volte

IN DIECI ANNI IL MONDO IMPRIGIONATO NEL CELLULARE
di MARCELLO VENEZIANI

Questa sera ho organizzato tra me e me una festa a sorpresa, porto a cena fuori il mio cellulare, perché è il decimo anniversario della nostra unione. Sembrava un'avventura, comunque un flirt passeggero e marginale e invece si è rivelata una storia seria, un sodalizio intenso e duraturo che ha sconvolto la mia vita e quella di tutti i miei conoscenti. Con gli anni è cambiato, sì è rimpicciolito e molto dirozzato, sa fare cose che dieci anni fà nemmeno te le sognavi. I primi approcci furono guardinghi, era un pupone grosso che gonfiava la mia tasca peggio di un'ernia inguinale e squillava con una sirena isterica, con una luce lampeggiante che ti faceva sentire un'ambulanza. Ora si è raffinato, anche se assomiglia vagamente a una cozza, emette sibili gentili e ha perfezionato la sua invadenza.
Il miracolo del telefonino è che fà compagnia a chi è solo e rende solo chi è in compagnia. In altri termini ha distrutto la bellezza della solitudine e quella della compagnia, generando una forma di solitudine parlata o, come direbbero i filosofi, di solipsismo conviviale, che ci riduce al rango di comunicanti asocievoli, parliamo tanto ma non trattiamo più con nessuno almeno dal vivo. Grazie al cellulare il mondo si riduce ad un auricolare, vista, gusto e tatto regrediscono, come già era accaduto all'olfatto, e resta monarca assoluto dei nostri sensi Sua Maestà l'Orecchio, con la regina consorte, Sua Altezza la Voce.
Persino l'eros ormai si è smaterializzato e si compie via etere: sta nascendo una generazione di OTOSESSUALI, che fanno sesso per via audiditiva, grazie al telefonino.
E' sesso a pagamento, ma risparmi il profilattico, la contaminazione e la fatica. A volte penso com'era il mondo prima del cellulare e torno alla preistoria, ovvero all'era che precedette i dieci anni che sconvolsero il mondo. Penso all'assurda vita di quell'umanità precellulare, che per strada si limitava a guardare il mondo e a pensare, che riusciva a stare solo e anche in compagnia, che quando usciva di casa e d'ufficio non era più reperibile e viveva nell'incoscienza angosciosa del mondo.
Adesso ore di latitanza non ci sono più, la scusa che il telefonino non aveva campo si va restringendo paurosamente e anche la decisione di spegnere il cellulare necessita di spiegazioni, è un atto pubblico se non ostile nei confronti dell'umanità e di chi ti cerca. Non resta che il cellulare scarico, ma è un alibi che puoi usare solo di rado per non dire che c'è sempre quella pettegola della segreteria telefonica che poi ti inchioda al messaggio. E c'è l'sms, unica forma di letteratura di massa nell'epoca dell'allergia alla scrittura, che non concede scampo. Sono aumentate le possibilità per ciascuno di noi di perseguitare il prossimo, di limitare l'altrui libertà, di invaderlo e di ingerirsi e di pari passo è diminuito il nostro libero arbitrio, la nostra privacy, la nostra sfera di autonomia. Siamo irretiti, l'unico modo per non essere solo vittime è di diventare carnefici, cioè di occupare il più possibile la linea perseguitando noi stessi (Mors tua vita mea). Non a caso il cellulare ricorda già nel nome il carcere mobile della polizia. Io per esempio devo al cellulare ogni litigio e ogni problema degli ultimi anni, tutto è sempre legato alla mia irreperibilità, alla mia incapacità di telefonare al prossimo, alle telefonate subite e a quelle mancate, nonché alla mia inaffidabile segreteria telefonica e alle incursioni spionistiche che subisce. Nel lavoro, nella vita, nei rapporti umani, nell'intimità, tutto è stato sconvolto dal mio peccato originale, quello di essere un portatore sano di cellulare, ovvero uno che riceve telefonate ma non le fà. Inutilmente mi trincero dietro la mia avarizia, poi la mia timidezza, infine il mio orgoglio. Non si accettano scuse, sei considerato un animale perchè non telefoni. E dire che prima del telefonino ero considerato una persona per bene, anche educata, ora sono una specie di orso e di buzzurro, perchè non rispondo, non richiamo, non coltivo i rapporti umani tramite la bestiola tecnologica. Come diceva Petrolini, riferito alla guerra, "a me m'ha rovinato il cellulare". E poi non riesco a padroneggiare le tecnologie, non sono mai riuscito a mettere il PIN, ovvero il codice d'accesso, non riesco a capire il gergo del telefono, involuto e perfino reticente, che vuol dire per esempio: "telefonata da chiamante esterno", ci sono forse le telefonate da chiamante interiore, ovvero dall'anima o dal pancreas? Abbiate il coraggio di dire: "telefonata dal numero segreto". O le ipotesi barocco-omertose del tipo "l'utente da lei chiamato potrebbe avere il telefono spento". Signorina non faccia la mafiosa, ce l'ha spento o no? O il ridicolo consiglio "di chiamare più tardi", ma c'era bisogno che ce lo dicesse lei, la pupa elettronica, non lo capiamo da noi che se una volta è irraggiungibile l'utente, non per questo dobbiamo rassegnarci a considerarlo ormai morto e perduto?.
Nell'arco di questi dieci anni ho avuto perfino una relazione con la segretaria del mio telefonino. E' stata lei, ha cominciato lei. Ma andiamo con ordine, attendere prego.... Tutto avvenne quando la signorina cambiò tono nei messaggi, passando dallo stile metallico e anonimo ad una voce più intima e personalizzata. I primi tempi sembrava che rispondesse con voce stizzita, come se l'avessi importunata durante il sonno o il bidet. Allora ho incominciato a immaginarla spettinata e struccata, con un camicione da notte mentre rispondeva al telefono e i capelli le lambivano le labbra. Il sospetto che la Signorina Tuttorecchi nutrisse qualche interesse per me prese corpo quando mi accorsi che era gelosa, i messaggi femminili non venivano mai memorizzati o soffrivano di indebite intrusioni, le voci maschili no. Poi ha cominciato a telefonarmi lei per confidarmi che c'erano messaggi non ascoltati, a volte mi faceva pure gli scherzi, perchè non era vero, era solo una scusa per potermi parlare. Finché un giorno avvenne il miracolo. Il telefonino cominciò a squillare da spento, risposi spaventato. Era lei, la mia ragazza squillo e usava un linguaggio che mi parve confidenziale. Capii che mi amava, che voleva stupirmi con effetti speciali e mi controllava pure da spenta. Da allora fà la sciantosa, lievemente allusiva o minatoria nei messaggi, è diventata possessiva, morbosa, mi chiama ancora a telefono spento.
Mia moglie è gelosa di lei, mi invita a non fidarmi, è una poco di buono, si fà clonare da estranei e si fà intercettare da rozzi questurini. Ma la sua gelosia è la prova che non sono malato di immaginazione, un giorno mi scoprì mentre stavo ciucciando l'antenna. A volte Trilli Campanellino cambia perfino la prassi dell'ascolto, io invio il codice per ascoltare i messaggi e lei mi chiede di premere asterisco, che dev'essere la sua zona erogena, una specie di capezzolo tecnologico. E poi vuol essere titillata sull'icona del telefonino, piuttosto equivoca, che sembra volteggiare su un pube. Non dico poi quando si accende il cancelletto e mi dice di entrare nel menù, chiaro invito a cena con finale amoroso. Per questo oggi che è il nostro anniversario ho deciso di portarla a cena e di fare tardi con lei, anche perchè dopo le ventidue gli scatti d'amore durano più a lungo.
Fine

Ultimo aggiornamento il 08-04-2008 @ 12:13 am



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