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... questo mondo ideale...
Postato il: 29-10-2008 @ 06:52 pm -- letto 2158 volte

V. è una bambina bellissima, che è in classe con Greta da sempre: nido, materna e adesso elementari.
V. è diversamente abile perchè un'asfissia durante il parto ha precluso il funzionamento regolare del cervello, per cui fisicamente e mentalmente si muove con molta lentezza.
V. però per me è molto di più di una semplice compagna di classe di mia figlia: comunichiamo moltissimo, da ormai 6 anni con gesti, coccole e solletico reciproco, e adesso, anche tramite suoni gutturali.
Ultimamente ci vediamo molto meno, a causa degli orari diversi di uscita suoi e di Greta, ma quando riusciamo ad incontrarci, è davvero festa e mi riconosce in mezzo alla folla di genitori.
Posso affermare che ci siamo scelte al primo sguardo, quando ci incontrammo per la prima volta al nido: è così che ci si sceglie per affinità elettive.
Sento che se avessimo la possibilità di comunicare con più costanza, riusciremmo a creare un modo diverso per comprenderci, e per entrambe sarebbe molto più semplice.
A volte mi chiedo: ma quando ci si ostina a voler insegnare alle persone diversamente abili ad essere "normali" come noi, a quali sforzi mostruosi li si sottopone?
Non mi intendo di metodi di insegnamento in questo senso, però osservando le diverse maestre che si sono susseguite nell'educazione di V., ho notato esserci un abisso incredibile: l'insegnate della materna per esempio era davvero splendida, perchè nell'insegnarle anche i gesti più semplici, lasciava che V. in base alla sua ridotta attività motoria, le insegnasse a sua volta, come poteva riuscirci a suo modo. Analogamente accadeva quando le insegnava a comunicare verbalmente.
Ora che è alle elementari però, trovo che la tendenza delle maestre che la seguono sia quella di obbligarla a diventare come gli altri compagni.
V. ora è molto più triste, più spenta.
Non mi permetto assolutamente di giudicare metodi di insegnamento che non conosco, nè tanto meno le scelte dei suoi genitori.
Mi pongo un paio di domande:
possibile che in questo mondo ideale, nessuno se ne sia accorto?
Possibile che questo mondo ideale sia obbligatoriamente ideale per tutti?
Purtroppo la tendenza è da sempre "o sei come noi o sei escluso", e questo avviene spesso anche in associazioni a sfondo benefico, che tendono a creare ambienti isolati, ideali solo per chi non è "normale".
Manca la reciprocità, il senso del compromesso e questo a partire dall'architettura, per terminare con il dialogo.
E prima che qualcuno possa dirmelo aggiungo: lo so, ai vostri occhi sono un'ingenua che vive ancora di fantasie, ma vi assicuro che io però "normale" non mi ci sono mai sentita: che anch'io sia diversamente abile?

Sonny

Ultimo aggiornamento il 29-10-2008 @ 06:52 pm



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Commento di: raggiodisole
(Postato il 01-11-2008 @ 11:56 am)

Commento: Il nostro "ideale" diventa tale solo quando raggiungiamo la capacità di accettare tutti coloro che ci circondano nella loro integrità: ecco lì che avremo il marito ideale, l'amico ideale, la vicina di casa ideale, etc etc.
N.B.: sono fatte salve le suocere...semplicemente perchè si corre il rischio di "accettarle" nel modo errato....ossia con una accetta!!!
RagGiu

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