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La favola di Thomas Grandwich
Postato il: 25-07-2013 @ 10:02 am -- letto 1723 volte


News · Le-storie-di-Terzabase

Era nero, di pelle nera e puzzava di nero. Lo definivano così i razzisti fuori dal Bronks. Lui non si curava di quegli epiteti che gli venivano rivolti ogni qualvolta metteva fuori la testa dal suo quartiere. Ma un giorno cominciò a prendere confidenza con una bella mazza che era targata 34. La trovò per caso tra i rifiuti e non seppe darsene una ragione, forse era un segno divino.
E divino fu, perché il ragazzo cominciò a divertirsi battendo palle da baseball molto consumate, mentre partecipava a pseudo incontri con i suoi compagni di quartiere.
Un giorno accettò una sfida contro Bentley, un mezzo gigante creolo, che era più muscoli che cervello, ma che batteva molto forte. Dieci battute a testa e dopo attimi di tensione si arrivò all’ultima che doveva battere Lui per superare l’amico, in quanto il punteggio era pari. Guardò la mazza e mentalmente supplicò: non mi tradire e nel rumore del silenzio lei le disse:”io ti aiuterò molto ma sappi che il risultato sarà il tuo destino.

Jhonathan il picher di turno gli lanciò un missile, ma Thomas scaricò tutta la rabbia che solo uno del Bronks sa di possedere. La palla ebbe un impatto violento, si alzò a mezz’altezza e con inaudita velocità superò la zona protetta del Bronks andando a colpire una grossa e lussuosa vettura che transitava sulla vicina Interstatale 95. Tutti i ragazzi terrorizzati dalle conseguenze di aver danneggiato una proprietà di uno Yankee fuggirono. Thomas non lo fece, anzi si avvicinò all’autostrada dove il proprietario, accompagnato dall’autista, si stava dirigendo verso il suo territorio.

Il distinto signore si rivolse a Thomas e disse: "ragazzo hai battuto tu quella palla?" - "Si, rispose Thomas, e mi dispiace che ho arrecato danno". - "Non importa" rispose il distinto signore, "ma vorrei sapere a che distanza eri a batterla. - Circa 400 piedi" rispose Thomas. "Allora ragazzo, domani ti aspetto nel mio ufficio al Citi Field a New York City, e questo è il mio biglietto da visita; chiedi di Gregory Berghstainer. Però un consiglio, datti una ripulita, avrai l’accesso più facilitato."

Thomas rimase stupito e raccontò agli amici quello che gli era capitato. Tutti capirono che quella palla aveva centrato forse la vettura dell’uomo del destino del loro compagno. E così il giorno dopo Thomas uscì dal ghetto con circospezione, ma il colore della pelle e l’essere nel centro di New York, attirò l’attenzione di una Patrol del distretto di Polizia. "Che fai da queste parti, sai che qua il tuo colre non è molto gradito". Thomas esibì il biglietto da visita e il motivo per cui era li. Il poliziotto dopo averlo letto, disse al collega: "accompagnamolo noi, questo deve essere un giovane fenomeno del baseball, perché ieri, ho saputo da mio fratello di un fatto straordinario accaduto nel Bronks, e guarda caso lui è l’autista di Gregory Berghstaine, lo scaut dei giovani talenti dei Mets."

Sei mesi dopo, Thomas era già prima scelta per i Mets e la prossima primavera era certo il suo esordio, ma il destino era in agguato e all’inizio dell’anno, colto da un amor patrio per essere stato accettato dai bianchi e nel non sentirsi emarginato, si arruolò volontario per la guerra nel Vietnam, sicuro di rientrare molto presto, confidando nella potenza bellica USA.

Invece non fu così, la guerra durò moltissimo ma non per Thomas, perché dopo pochi mesi fu rimpatriato in quanto subì un grave, gravissimo infortunio, perse un braccio. Finite le speranze per il suo futuro, rientrò nel Bronks e ritornò a mischiarsi nel suo colore primario.

……….””THOMAS !! THOMAS!!”” cosa fai ancora a letto!", gridò Gesminy, la madre. "I tuoi fratelli sono già al lavoro, su alzati e non continuare sempre a sognare!" Thomas aprì gli occhi e la prima cosa che fece fu quella di assicurarsi che aveva ancora due braccia e capì che era stato solo un brutto sogno e che poteva ancora divertirsi e giocare con i suoi amici a baseball, anche se non con i METS.

Quel pomeriggio, preso da una strana sensazione invitò l’amico pitcher, a lanciargli una palla difficie e lui con la sua mazza 34 si mise allo stesso posto che aveva occupato nel sogno e tentò di colpirla. E cosi fu. Violenta battuta e palla come un missile che si involò verso la Interstale 95 andando a colpire una vettura di passaggio. "Ma allora il sogno era stato premonitore!" disse e così corse verso il confine del suo territorio, ma le persone che si avvicinarono a Lui erano due poliziotti di una Patrol della Contea, che si guardarono bene di non entrare in territorio Bronks, ma lo redarguirono duramente e aggiunsero: "se sei cosi bravo, perché non ti presenti agli scout dei Mets, stanno cercando giovani talentuosi e non fanno distinzione al colore della pelle!"

Qui la favola finisce, e non sappiamo se Thomas seguì il consiglio dei Polisman, però sappiamo che molti suoi fratelli di colore sono il vanto dello Sport Statunitense.

TERZABASE



Ultimo aggiornamento il 25-07-2013 @ 10:02 am



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